Łączna liczba wyświetleń

wtorek, 26 listopada 2013

Dalla Polonia buone reazioni alla visita di Putin in Vaticano

(foto dalla trasmissione su Internet)


Un sondaggio del settimanale cattolico "Niedziela" indica che l'81,5% degli intervistati vede con molto favore un eventuale viaggio apostolico del Santo Padre in Russia

Czestochowa, (Zenit.org) Jowita Kostrzewska, Don Mariusz Frukacz

Il settimanale cattolico polacco "Niedziela” ha pubblicato in questi giorni sul suo sito Internet (www.niedziela.pl) i risultati di un sondaggio in cui si ipotizzava una eventuale visita del Papa in Russia. Alla domanda "Cosa pensi di un eventuale viaggio di Papa Francesco a Mosca?", l’81,5 % degli intervistati ha risposto che sarebbe di grande importanza. Il 13,5 % ha risposto che un viaggio del Pontefice nella Federazione Russa non sia necessario. Mentre, il 5% non ha espresso nessuna opinione su un'eventuale visita.

Interessanti anche le reazioni dei cattolici polacchi alla visita di Vladimir Putin in Vaticano. Suor Ewelina Dudzik CR, docente di filosofia, catechista in Częstochowa, ha detto: “La visita del presidente russo a Papa Francesco secondo me ha un doppio significato. Guardando la situazione in Medio Oriente potrebbe essere un passo sulla strada per la pace, per cui, come tutti sappiamo, la Russia ha una grande importanza”. Ma c'è un'altra dimensione di questa particolare visita, ha aggiunto la religiosa: "Il Santo Padre Francesco e Vladimir Putin hanno baciato l'icona di Maria. L’incontro, con questo gesto, assume una dimensione non soltanto politica, ma sigilla la comunanza di una stessa fede in Maria. Dobbiamo ricordare che la Madre di Dio per noi cattolici e per la Chiesa Ortodossa è un segno visibile di vicinanza e di solidarietà con Dio”.

“La conversazione, l’incontro, la fede in Maria, tra Francesco e Putin alimenta la speranza per l'intera esistenza umana e in tutte le sue dimensioni" ha aggiunto suor Ewelina, "dobbiamo cercare e condividere la solidarietà nella realizzazione della dignità e del valore della vita umana soprattutto in Europa”. “Inoltre – ha concluso – l’incontro di ieri potrebbe essere un passo significativo nella costruzione della unità del gregge di Cristo in Europa. E’ questa la speranza di tutti i credenti del vecchio continente”.

Per Cecylia Przybylska, medico di Blachownia, ciò che più ha caratterizzato l’incontro fra il Papa e il Capo di Stato era "la gentilezza e la spontaneità”. “Sono persone che vengono e che rappresento due mondi diversi, ma Dio opera in svariati modi" ha detto, aggiungendo: "Spero che Putin abbia sperimentato che l’umanità è un valore universale e non significa soltanto un cambiamento per se stessi o per la sola Russia". "La difesa e la cura della vita umana è un valore comune - ha proseguito il medico - Sono lieta di questo incontro, anche se a mio parere, è solo un primo passo nelle buone relazioni e unione tra Santa Sede e Russia”.

Zofia Chybalska, catechista a Radomsko, ha invece affermato: “La visita di Vladimir Putin in Vaticano è un bel regalo per Papa Francesco, ma il più bel regalo sarebbe l’invito al Pontefice a visitare Mosca e la Federazione Russa. Dobbiamo continuare a pregare perché il Papa possa andare a Mosca. La preghiera può portare frutti”.

Dello stesso parere Piotr Włoczek, direttore della Scuola Primaria n. 47 in Częstochowa, secondo cui “l'incontro tra Papa Francesco e Vladimir Putin è un evento molto importante e spero che possa incidere nella storia non solo con le parole ma anche con i gesti e i fatti. Mi auguro che questa visita sarà la base per rafforzare i legami tra la Russia cristiana e tutto il mondo cattolico". “Sono certo che c’è un grande consenso intorno alle buone relazioni tra il Pontefice e il Presidente della Federazione Russa e penso che Papa Francesco disponga di una grande forza spirituale che intende condividere con Putin per difendere la dignità umana i suoi bisogni fondamentali".

"I problemi - ha concluso - si possono risolvere insieme, per realizzare in comunione sogni e desideri. Spero che dopo questa visita, Putin si renderà conto che nessuno è così forte da non avere bisogno di aiuto e nessuno è così debole da non poter aiutare un altro essere umano”.

(26 Novembre 2013) © Innovative Media Inc.

Il mio pezzo su Zenit

poniedziałek, 18 listopada 2013

Papież Franciszek blisko człowieka


Antonio Gaspari, dyrektor Międzynarodowej Agencji Prasowej „Zenit”, w wywiadzie z ks. inf. Ireneuszem Skubisiem, redaktorem naczelnym „Niedzieli”, opowiada o papieżu Franciszku. Jak postrzega on obecnego Ojca Świętego? Dlaczego papież Franciszek przyciąga tłumy ludzi na Plac św. Piotra? Co sprawia, że jest tak blisko człowieka? Wzruszające świadectwo Antonia Gaspariego pozwala bliżej poznać Piotra naszych czasów.

Wywiad na TV Niedziela

poniedziałek, 11 listopada 2013

Niepodległość






Moja wypowiedź dla TV Orion w Częstochowie




„Bez prawdy nie ma prawdziwej wolności a bez niej nie ma szczerej jedności”. - mówił w homilii abp Wacław Depo. 11 listopada metropolita częstochowski przewodniczył Mszy św. w archikatedrze Świętej Rodziny w Częstochowie na rozpoczęcie obchodów 95. rocznicy odzyskania niepodległości.



W homilii abp Depo podkreślił, że „naród gdy traci pamięć to traci sumienie”. - Jesteśmy razem, aby odzyskiwać pamięć i tożsamość jako naród i jako Kościół – mówił abp Depo i dodał, że „trzeba stanąć w prawdzie o nas samych”.

Metropolita częstochowski przypomniał, że nie da się podejmować refleksji nad historią bez wiary. - Więzy narodowe odczytujemy w perspektywie nadprzyrodzonego powołania – kontynuował metropolita częstochowski.
 


Metropolita częstochowski zauważył, że w dzisiejszych czasach jest błędne spojrzenie na Kościół, gdy „widzi się go w kategoriach socjologicznych, albo jako supermarket usługowy czy klub dyskusyjny przegłosowujący Boże Prawo i Boże przykazania”. - Co Kościół ma do powiedzenia współczesnemu pokoleniu Polaków ? - pytał metropolita częstochowski. - Kościół ma głosić prawdę, ma głosić Chrystusa, Który jest Prawdą nie oszukującą człowieka, ma głosić Ewangelię, która jest prawdą o człowieku i jego wolności. Prawda dźwiga człowieka – odpowiedział.

Hierarcha przypomniał,że o wielkiej cenie wolności przypomina tyle cmentarzy, tyle krzyży, ofiar i cierpień. - Łatwiej jest walczyć o wolność niż umieć żyć wolnością jako wolny człowiek i wolny naród – mówił hierarcha. 

(Moja depesza w KAI i w "Niedzieli")